Contenuto | Allo Spazio Shed la mostra "Non chiamatemi morbo - Storie di resistenza al Parkinson" Si tratta di una mostra fotografica "parlante" che ha l'obiettivo di far crescere nell'opinione pubblica la conoscenza e la consapevolezza sulla malattia. Attraverso 8 pannelli e 41 fotografie di Giovanni Diffidenti si raccontano storie di persone con il Parkinson tra cui quelle di Vincenzo Mollica e lo scienziato Edoardo Boncinelli. Scaricando l’app gratuita realizzata per la mostra, è possibile inquadrare l’apposito codice su ogni pannello per far partire il racconto di “Mrs. e Mr. Parkinson” interpretati da Lella Costa e Claudio Bisio. I due attori, con le loro inconfondibili voci, danno vita a una narrazione in cui è la malattia in prima persona che guida il visitatore alla scoperta della vita dei protagonisti degli scatti, dai momenti difficili alle personali strategie di resilienza che ognuno di loro ha saputo applicare nella propria quotidianità. Protagonista di alcuni scatti è anche Stefano Ruaro, scledense e primo italiano che convive con il Parkinson ad aver tagliato il traguardo di un Ironman, una competizione di triathlon in cui l’atleta deve percorrere 3,8 chilometri di nuoto, 180 chilometri di bicicletta e 42,2 chilometri di corsa. Ruaro, inoltre, è anche il fondatore del gruppo Indomitri -termine nato dalla fusione di "indomiti" e "triathlon" - , ovvero un gruppo inclusivo che punta ad aiutare le persone in difficoltà attraverso lo sport. Organizzata dalla Confederazione Parkinson Italia, dopo Perugia la mostra fa tappa a Schio proprio grazie alla collaborazione con Indomitri e la Libera Associazione Parkinsoniana Mr James 1817 Alto Vicentino guidata da Amerigo Pugliese. In città l'esposizione si arricchirà di un nuovo filone narrativo sull’esercizio fisico fino alle pratiche agonistiche, con nuove testimonianze di resistenza al Parkinson. «Si tratta di una mostra che vuole diffondere cultura e conoscenza sulla malattia. Aiutare a riconoscerla permette di migliorare la qualità della vita delle persone, evitando l'esclusione e lo stigma. Il titolo "Non chiamatemi morbo", infatti, vuole sottolineare come il Parkinson non sia contagioso e quanto sia necessario cambiare narrazione su questa patologia. Le storie come quella di Stefano Ruaro sono d'ispirazione: lo sport è emozione, ma è anche e soprattutto opportunità per migliorare la propria situazione relazionale e sociale» aggiunge l'assessore Aldo Munarini. Nell'ambito delle iniziative iniziative collegate alla mostra, sabato 25 marzo (ore 16) al Lanificio Conte è previsto il convegno "Modello di Cura Integrativa" per presentare un progetto di Parkinson Italia focalizzato sui tre pilastri della cura – farmaci, esercizio fisico e corretta alimentazione – che, integrati fra loro rappresentano una garanzia di efficacia terapeutica nel tempo per la persona con malattia di Parkinson. Durante il convegno interverranno il dottor il Ennio De Giovannini, medico fisiatra del Centro Medico Riabilita di Schio, e la dottoressa Federica Bombieri, specialista in scienze delle attività motorie preventive e adattate e dottore di ricerca in neuroscienze scienze psicologiche e psichiatriche. La mostra a ingresso libero è aperta il mercoledì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 17 alle 21, il giovedì e il venerdì dalle 17 alle 21, il sabato e la domenica dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 16 alle 21. Ulteriori informazioni indomitri@delta4sport.com
Data ultimo aggiornamento: 02/04/2023 |